Lancio un razzo di segnalazione per dire “sono quii”. E sono ancora viva, anche se ancora dispersa nei meandri di nuovi ritmi da assestare.
Il giorno X è arrivato il 1° giugno. Back to work, ci si rituffa in una vita che non sia solo pannolini, pappette &Co. L’ultimo mese di libertà, mi sono dedicata completamente al mio piccolo, quasi a voler far scorta di bei momenti passati insieme, pillole di positività per quando ce ne sarà bisogno. Quasi a voler ribadire, sempre e comunque, che la sua mamma lo adora e che per lei lui sarà sempre al primo posto, anche se non è fisicamente presente. Perché, diciamocelo, il subdolo senso di colpa è sempre dietro l’angolo.
Per il momento va tutto bene, anche se la stanchezza si fa sentire, ma mi abituerò. Il ritorno in ufficio è stato segnato anche da una diaspora lavorativa, visto che l’ufficio dove ho lavorato fino alla maternità è stato letteralmente smantellato, e tutti assegnati a diversi sedi (e per alcuni anche a diverse mansioni). Niente mobbing all’orizzonte, era tutto previsto da tempo. Però eravamo un bel gruppo, ci volevamo bene (anzi, continuiamo a volerci bene!) e pertanto siamo un pò tutti pervarsi dalla malinconia.
Il nuovo ufficio? Forse è un pò presto per giudicare, comunque mi sembrano tutti repressi, o piuttosto schiacciati dalla figura della responsabile, che è decisamente autoritaria. Vedremo come va. Rispetto a prima, però, ho molta meno libertà di azione, e spero di abituarmi presto a uno stile di lavoro molto diverso. Per intenderci, io non sono abituata a sentirmi chiedere “cosa stai facendo?” ogni 3×2, nè tantomeno a non poter usare il mio cellulare in ufficio… non sto usando più il mio portatile ma un pc fisso su cui non è il caso di salvare niente di personale… né tantomeno aggiornare il blog. Insomma, credo che i post siano destinati a diradarsi, visto che ormai ho tempo solo dopocena per rilassarmi un pò, e non sempre ho voglia di accendere il pc…
Eppure, nonostante delle premesse non buone, sono ancora positiva. E con il morale alto. Deve essere il potere di mio figlio.
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