Sabato mattina, il consorte riceve un sms… “Toh, è nato il figlio di M… l’ha chiamato Giacomo!”
“Ma ddaii” rispondo io “pensa che non sapevo neanche che fosse incinta!”
M. è l’ex di mio marito, una che, per intenderci, ci ha messo quasi 3 anni a rendersi conto che la loro storia era finita. Un’ombra che ha pesato sul nostro passato e che ha rischiato di compromettere il nostro futuro. Una che giocava a fare l’amica senza fare gran mistero delle sue mire di riconquista (perché, cara gattamorta, certi intenti sono fin troppo chiari quando gli “Oh, che bello! Come sono felice per voi!” suonano falsi come un Picasso Made in China)… una che avrebbe venduto l’anima al diavolo per essere al mio posto. Una Sopra-le- Righe, la definisce mio marito. Una Inopportuna, la definisco io.
Ecco, questa persona partorisce e come ti va a chiamare il pargolo? Proprio con lo stesso nome di nostro figlio. Mi chiedo se il suo compagno sa di questa curiosa coincidenza. Bah.
Ora…
LO SO che potrebbe essere un caso,
LO SO che si tratta di un nome evergreen, classico senza essere scontato,
LO SO che, per quanto ne so io, è il nome dei suoi sogni, quello che con cui ha chiamato il suo primo bambolotto, quello scritto sui diari adolescenziali “Quando avrò un figlio, lo chiamerò così”,
LO SO che potrebbe essere il nome del suo adorato nonno, recentemente scomparso,
LO SO che sto interpretando le intenzioni, e non sta bene,
LO SO che questo post è una nota stonata, nel giorno della solidarietà femminile.
RAZIONALMENTE SO TUTTO QUESTO
PERO’
Visto il personaggio, io continuo a trovarla una scelta di pessimo gusto.
A questo bimbo piccino picciò, auguro solo, con tutto il cuore, di non essere figlio dell’emulazione (e scusate la cattiveria).
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