è già arrivato. Quel momento. è già qua. Pensavo che avrei potuto rimandarlo, che in questa fase dovevano essere ancora sorrisi e salamelecchi, “ah, ma si muove tanto?”, “Allora avete deciso il nome?” etc. etc.
E invece, sto già pregustando quello che – pensavo – avrei dovuto affrontare al mio rientro. Quel messaggio, neanche tanto velato, per cui tu sei quella-che-tra-qualche-mese-se-ne-va-e-poi-chissà-quando-torna. Non hai voce in capitolo, al diavolo i precedenti di onorato servizio.
“Una meteora“, sono stata definita dalla futura responsabile della struttura nel quale comincerò a lavorare. Anzi, per la precisione, “L’ultima arrivata che, poi, è anche una meteora che arriva e se ne va” dimenticando il particolare che la suddetta meteora è l’unica nel suo organico che ha l’esperienza necessaria per avviare le attività del nuovo ufficio: perché sono 5 anni che, sotto altra veste e altri responsabili, SVOLGE questo lavoro e la sua esperienza è riconosciuta.
Queste parole dette da una donna sono ancora più pesanti e svilenti.
Insomma, ci sarà da combattere ed effettivamente la maternità non gioca a mio favore. L’unica cosa che mi consola è che, al mio ritorno, sarò una persona diversa e, forse, la sua guerra scivolerà sul piano inclinato della mia indifferenza.
Però è uno schifo.
Commenti recenti