Archivio per luglio 2009

Si aprono le danze…

è già arrivato. Quel momento. è già qua. Pensavo che avrei potuto rimandarlo, che in questa fase dovevano essere ancora sorrisi e salamelecchi, “ah, ma si muove tanto?”, “Allora avete deciso il nome?” etc. etc.

E invece, sto già pregustando quello che – pensavo – avrei dovuto affrontare al mio rientro. Quel messaggio, neanche tanto velato, per cui tu sei quella-che-tra-qualche-mese-se-ne-va-e-poi-chissà-quando-torna. Non hai voce in capitolo, al diavolo i precedenti di onorato servizio. 

“Una meteora“, sono stata definita dalla futura responsabile della struttura nel quale comincerò a lavorare. Anzi, per la precisione, “L’ultima arrivata che, poi, è anche una meteora che arriva e se ne va”  dimenticando il particolare che la suddetta meteora è l’unica nel suo organico che ha l’esperienza necessaria per avviare le attività del nuovo ufficio: perché sono 5 anni che, sotto altra veste e altri responsabili, SVOLGE questo lavoro e la sua esperienza è riconosciuta.

Queste parole dette da una donna sono ancora più pesanti e svilenti.  

Insomma, ci sarà da combattere ed effettivamente la maternità non gioca a mio favore. L’unica cosa che mi consola è che, al mio ritorno, sarò una persona diversa e, forse, la sua guerra scivolerà sul piano inclinato della mia indifferenza.

Però è uno schifo.

Lessico familiare

Arrivare la sera tardi, sfiniti da un super grigliata in giardino, organizzata in meno di un pomeriggio, buttarsi a pesce tra le lenzuola fresche (ancora per poco!…) e accorgersi, che, nonostante la stanchezza, tuo marito non riesce quasi più ad addormentarsi senza aver posato la mano per un pò sulla tua pancia e aver incontrato, nell’unico modo per ora possibile, vostro figlio.

E sentire che il nanetto, fino a quel momento tranquillo, si rianima sferrando calcetti proprio sotto la sua mano, quasi a voler dire “Sì, sono qui papà! Che bello sentire la tua mano anche stasera!”.

Ieri sera il Pater Familias ha preso sonno così. Mano nella mano col suo piccolo.
Si sono cullati a vicenda. 
hand to hand

Se foste…

SE VOI FOSTE PERSONE NORMALI

di MONI OVADIA

Se foste un rom, quella di Salvini non vi apparirebbe come la sortita delirante di un imbecille da ridicolizzare.

Se foste un musulmano, o un africano, o comunque un uomo dalla pelle scura, il pacchetto sicurezza non lo prendereste solo come l’ennesima sortita di un governo populista e conservatore, eccessiva ma tutto sommato veniale.

Se foste un lavoratore che guadagna il pane per sé e per i suoi figli su un’impalcatura, l’annacquamento delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non lo dimentichereste il giorno dopo per occuparvi di altro.

Se foste migrante, il rinvio verso la condanna a morte, la fame o la schiavitù, non provocherebbe solo il sussulto di un’indignazione passeggera.

Se foste ebreo sul serio, un politico xenofobo, razzista e malvagio fino alla ferocia non vi sembrerebbe qualcuno da lusingare solo perché si dichiara amico di Israele.

Se foste un politico che ritiene il proprio impegno un servizio ai cittadini, fareste un’opposizione senza quartiere ad un governo autoritario, xenofobo, razzista, vigliacco e malvagio.

Se foste un uomo di sinistra, di qualsiasi sinistra,non vi balocchereste con questioni di lana caprina od orgogli identitari di natura narcisistica e vi dedichereste anima e corpo a combattere le ingiustizie.

Se foste veri cristiani, rifiutereste di vedere rappresentati i valori della famiglia da notori puttanieri pluridivorziati ingozzati e corrotti dalla peggior ipocrisia.

Se foste italiani decenti, rifiutereste di vedere il vostro bel paese avvitarsi intorno al priapismo mentale impotente di un omino ridicolo, gasato da un ego ipertrofico.

Se foste padri, madri, nonne e nonni che hanno cura per la vita dei loro figli e nipoti, non vendereste il loro futuro in cambio dei trenta denari di promesse virtuali.

Se foste esseri umani degni di questo nome, avreste vergogna di tutto questo schifo.

Ho finito or ora di leggere un post “politico” (ma nel vero senso della parola, che non commenta quello che succede nei palazzi di Roma, ma la politica, quella vera, quella che incontri per strada…) e la sfilza di commenti che lo ha seguito. E mi sono davvero intristita…

De aberrationis

L’altro giorno, passeggiavo tranquilla per il centro. Il caldo era ai limiti del sopportabile, e molta gente ha giustamente trovato un pò di refrigerio gustandosi un buon gelato. E nei pressi di una delle migliori gelateria della città, li ho visti.

Io sono una cultrice del gelato, e per quel che mi riguarda, va rigorosamente mangiato sul cono, parte integrante nel giudizio complessivo. La cialda deve essere buona, croccante, e rappresenta il piacere ultimo del momento gustativo. Raramente cedo alla coppetta, e, se succede, è proprio perché magari è un gelato “rubato”, tentazione a cui non avrei dovuto cedere e mi sembra così di quietare un pò la mia coscienza. [detto per inciso, non capita spesso… anzi, se cedo al peccato, cedo fino in fondo!].

Comunque, so che molti invece preferiscono la coppetta, e non c’è nulla di strano. Sono due filosofie diverse dello stesso piacere. Ma UNA COSA, secondo me, è proprio inconcepibile (e l’altro giorno me ne sono ahimé capitati diversi casi sotto agli occhi): PRENDERE IL CONO E MANGIARE IL GELATO CON IL CUCCHIAINO.

No, no. Questa secondo me è un’aberrazione della mente. Il cono è fatto per essere leccato. Il piacere è tutto lì!! Nel circumnavigare il cono e beccare entrambi i gusti. Nell’intervento tempestivo per evitare la goccia assassina che sta per planare sulla tua maglia.

Poi ho pensato a quali altre abitudini alimentari ( e non) classifico alla voce aberrazioni:

  • Spezzare gli spaghetti per cuocerli;
  • Mangiare l’anguria senza sputare i semini;
  • Condire in maniera esagerata il pesce al forno;
  • Stirare le mutande;
  • Le pattine in casa;
  • La gonna indossata sui pantaloni.                                                                                                                           

E voi? Cosa considerate aberrazioni mentali, cose che faticate davvero a concepire?

No panic

Domenica, a pranzo con i cognati in agriturismo sul Carso. Io sto un pò dietro alla mia nipotina, che a diciotto mesi è semplicemente adorabile. (e poi, bisogna far pratica, no?).

Nelle sue scorribande ma sempre dando la manina alla zia, incappa in un gruppo di bambinetti, tutti maschi, un poco più grandi di lei. Abbagliata, si ferma a guardarli. E loro la adottano, nel vero senso della parola, e in men che non si dica zia e nipote si trovano sedute sul prato, circondate da una distesa di giochi, che i piccoli cavalieri hanno prontamente portato alla loro principessina, per metterla a suo agio.

Dopo un pò, sopraggiunge la mamma, per dare il cambio alla zia-mamma-in-pectore e permetterle di andare a mangiare il dolce. Mentre mi avvio al tavolo, comincio piano piano a realizzare… 

Arrivo al tavolo con gli occhi sbarrati ed espressione impanicata…

Marito: Cos’hai?

Sofficina:… uhm..ehmm…

M.: Dai, cosa succede??

S. : No, è che… Ho appena realizzato che tra qualche anno avrò la casa invasa dai Gormiti!!!!!!!!!!!!! 😛

Reazioni a catena

Futuro Papà: “Oh, bene, così non dovremo preoccuparci eccessivamente di chi gira per casa!” [frase proferita dopo lunga paresi facciale a seguito dell’annunzio del medico]

Nonno A. : “Maaaaschioooo!!! Che bello… non vedo l’ora di conoscerlo…Vabbè, comunque anche femmina andava bene!” [frase pronunciata con voce rotta dell’emozione, a cui deve aver seguito una specie di ANSA interna, per cui nel giro di 20 sec mi sono arrivati una trentina di messaggi di congratulazioni… deve averlo detto anche al muro]

Nonna M.: “Sniff, sniff… la mia amica R. ha detto che ti ha sognata l’altra notte e avevi in braccio un bimbo bellissimo… e pensa che non ti ha neanche mai vistooo!” [frase terminata in una valle di lacrime. Non ho avuto cuore di chiedere se amica R. aveva per caso mangiato pesante…]

Zio F.: “Maschio? Bello! E come lo chiamate? Agamennone o Annibale?” [Io mi stavo orientando su Menelao o Amilcare, ma vabbè…]

Zio S.: “M-i-t-i-c-o! Beh, si chiamerà Rocco, ovviamente per le sue dimensioni!… ma è un segreto o posso scriverlo su Facebook?” [si sa che i bimbini sono motivi di acchiappo, anche in rete, non solo al parco…]

Collega F.: ” Quindi è maschio? Bene! Così potrà andare in giro a trombare quanto vuole!” [tu sì che sei pratico…]

Con tutti ma proprio tutti, dopo le congratulazioni iniziali, si è scatenato il toto-nome. Si sono ufficialmente aperti i gironi eliminatori, e se anche voi che passate di qua volete lasciare il vostro contributo, sentitevi liberi di farlo (sappiate che non commenterò, e che la scelta sarà comunicata a nascita avvenuta).

La mia reazione? Beh… già si sono innescati meccanismi per cui, dopo un pomeriggio di shopping, ieri, sono tornata a casa con 1 acquisto per me (tra l’altro, neanche particolarmente eccitante, essendo la fascia sostieni-panza di cui la mia schiena comincia ad avere bisogno)  e il RESTO composto da tutine, calzetti,etc per il nanerottolo. Mi ero ripromessa di non cedere (anche perché mi arriverà una valanga di cose in prestito da conoscenti vari) ma, ma…. come si fa a resistere a questo…

corrediamoci

Che poi, appoggiate sul Ranaplaid sono ancora più carine!! 🙂

Il centesimo…

L’attenzione del mondo è spostata sull’Aquila, dove i grandi della Terra si incontrano, e si attendono con il fiato sospeso le dichiarazioni finali, manco fossero le profezie di Nostradamus. Come sempre, sarà molto rumore per nulla. E la terra continua a tremare.

Se spostiamo il nostro dito un pò più a est, in una regione di un Paese sconfinato è in atto un vero e proprio gioco al massacro. Qualcosa è trapelato, chissà quanto altro c’è sotto, e chissà fino a quando le informazioni filtreranno. Tra un pò l’ombra potente della censura si stenderà, e tutti se ne dimenticheranno, che si sa i cinesi sono tanti lo stesso, che importa se qualche migliaia soccombe…

Dal lato opposto del globo, c’è ancora l’eco di cerimonie funebri per commemorare una star; ma nel nostro piccolo questa eco è stata, giustamente, oscurata da un’altra cerimonia funebre, dove 23 innocenti hanno perso la vita senza una ragione. Chi nel sonno, chi a spasso col cane. Un secondo prima ci sei, e dopo… assurdamente qualcuno ha spento l’interruttore.

Oggi, in una piccola cittadina del nord-est, in un piccolo ambulatorio di una piccola ASL, una mamma e un papà hanno gioito, rivedendo quel loro piccolo miracolo che sta crescendo. Misurato dalla testa ai piedi, sano e vispo come un pesce! L’ecografo non ha potuto che fare i complimenti e augurarci ogni bene.

Per la cronaca, è un bel maschietto.

E, sempre per la cronaca, state leggendo il centesimo post di questo blog.

Mah sì, ricordiamolo così…

Musica che evoca primi spleen adolescenziali…

Absolute black (?)

La scorsa notte l’ho passata a rigirarmi come una cotoletta nel pangrattato causa afa opprimente, salvo cadere addormentata in coma nel momento esatto in cui la sveglia dà il suo primo funesto avvertimento. Ergo, mi alzo con già 8 minuti di ritardo sulla tabella di marcia, per poi constatare che il barattolo del caffè è miseramente vuoto. Indi, infilati qualcosa e vai a bussare alla porta del vicino per elemosinare la tua droga mattutina (se mi ha aperto, è solo perché siamo mezzi parenti altrimenti con quella faccia da tossica in astinenza non avrei avuto molte speranze).

Una volta presa coscienza del mondo circostante, con i tempi già pesantemente penalizzati, mi fiondo in macchina, per scoprire che il mio adorabile marito, che ieri l’ha presa in prestito per andare a giocare il torneo di calcetto, me l’ha lasciata praticamente a secco; bene, sosta non prevista dal benzinaio, giusto per essere sicuri che la scritta RITARDO sopra la mia testa sia sempre più splendente.

Corro come una disperata, e sul filo di lana timbro il cartellino: non sono neanche le nove del mattino, e sono già stanchissima. Come se non bastasse ad allietare l’inizio settimana, l’ufficio è già popolato da creature infime e odiose, nello specifico quel Joker di cui ho parlato in un post di qualche tempo fa: non ci sono parole per definirlo, comunque è la maleducazione fatta persona. Una prepotente arrogante che pensa che tutto gli sia dovuto. Che più che in un ufficio pensa di stare all’osteria. E non posso neanche mandarlo a cagare (ma la voglia è tanta!!).

Penso che peggio di così non possa andare. E invece, dopo un pò si palesa la Lontra, altra creatura quasi mitologica (sia perché la vediamo poco, sia perché è più simile a un’arpia che a un essere umano) che avrei fatto molto volentieri a meno di vedere. Oggi. E anche domani. E nei giorni a venire.

Devo fare tante cose, prendere diversi appuntamenti, chiamare l’ufficio personale per informarmi su congedo e permessi vari, inoltre comincio a chiedermi come sarà quando il cangurino uscirà dal suo marsupio. Un sottile senso di inadeguatezza mi pervade al pensiero.

Insomma, una giornata nera.

Ma poi… ecco, in una giornata del genere, tu, piccolo inquilino, hai deciso di farti sentire più del solito. Una serie di meravigliosi calcetti.

Squarci di luce nel buio. 

Governance, vision, etc…ovvero??

Ormai è passato un mese dalla prima strisciata al cartellino, e devo dire che mi sono molto ben abituata a questi nuovi ritmi, soprattutto ad avere 3 pomeriggi a casa..eh eh eh..un’altra vita, c’è poco da fare.

E poi, al di là della sicurezza contrattuale, c’era da dire che le prospettive lavorative erano ottime… un ufficio creato ex-novo per la progettazione internazionale… dopo 5 anni di esperienza nel campo e una laurea in traduzione, cosa si può chiedere di meglio?

Ve lo dico io: un responsabile che ci capisca qualcosa. Un dirigente che non dia sempre l’impressione di esserci finito per caso, a capo di un dipartimento.

Ieri, mi chiama nel suo ufficio. Argomento del contendere: che farai adesso? Il mega progettone europeo è alle sue ultime battute, restano alcuni strascichi, ma per ottobre le attività si chiuderanno definitivamente. E poi, via in questa nuova avventura, un ufficio finalmente organizzato che si occupa di queste cose… sèèèè… L’idea iniziale, ovvero una struttura che si occupasse di monitoraggio e ricerca fondi sui bandi europei, è stata completamente stravolta dalla sua mente bacata. La stesura e presentazione di progetti? Ah, la affidiamo a una società di consulenza esterna. E noi? Coordinamento. Governance del sistema. Interfaccia con l’azienda. IO NON SOPPORTO QUANDO LA GENTE USA PAROLONI ED ESPRESSIONI – MEGLIO SE IN INGLESE – CHE VOGLIONO DIRE TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO…   e qua dentro, ahimé, sembra essere lo sport preferito… Cioèèèèèèèèèèèèèèèè???????? Che cosa vuoi dire? Una volta acceso il PC la mattina appena arrivata, quali dovrebbero essere i miei compiti? Da un genio così, come potete immaginare, mi sono arrivate solo risposte confuse. L’unica cosa chiara che mi ha chiesto è quanto tempo prevedo di rimanere in maternità… complimenti vivissimi, davvero… Insomma, temo che mi troverò a svolgere un mero lavoro amministrativo, per la quale NON sono portata e NON ho studiato, per la quale mi dovrò sobbarcare un’ora e mezza di viaggio tutti i giorni, e come al solito le aspirazioni e le potenzialità di una persona avranno lo stesso peso di un moscerino della frutta. Spero solo che i nuovi colleghi con la quale mi troverò a lavorare siano più intelligenti di lui ( non che ci voglia molto, in effetti). E che insieme si possa organizzare il lavoro in modo da esserne tutti soddisfatti.

In questo momento poi, con il congedo maternità che incombe, faccio fatica a puntare tanto i piedi, perché la risposta sarebbe: “Eh, ma è inutile ragionare in modo diverso, tanto tra qualche mese te ne vai…” Sì ma poi torno!!!!!!!!! E ho tutto il diritto, anche da madre, a un lavoro che mi faccia sentire realizzata! Come avrete capito, il mio entusiasmo verso l’incipiente futuro lavorativo si è notevolmente affievolito. 😦

Mah.


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